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Tartellette meringate al limone

Tartellette meringate al limone

Tartellette meringate al limone Ancora non ho capito se sia una torta più francese o più americana, anche se sicuramente la quantità di tarte citron meringuée che si trova nelle vetrine delle pasticcerie di Parigi mi fa propendere decisamente per considerarla simbolo di questa città 

Pannocchie arrosto su crema di feta e cannellini

Pannocchie arrosto su crema di feta e cannellini

Pannocchie arrosto su crema di feta e cannellini Mi piacciono così tanto eppure non le mangio mai…non so perché!  A voi piacciono le pannocchie? A me risvegliano ricordi d bambina, quando le mangiavo forse a casa dei nonni, non ricordo bene, fatto sta che è 

Meringa: quale scegliere?

Meringa: quale scegliere?

Meringa: quale scegliere?

Ho detto: lo faccio o non lo faccio? 

Non lo leggerà praticamente nessuno e di questo sono consapevole, però mi sono risposta che avevo voglia di farlo per me, finalmente qualcosa di inutile e non prestativo che dava gioia senza un ulteriore fine. Vi voglio raccontare tutto quello che so sulle meringhe, e sono sicura che chi leggerà apprezzerà fino in fondo lo sforzo del mio contributo.

Niente spiegoni fini a se stessi, qualche info pratica per “raccapezzarsi” e scegliere quella più indicata per lo scopo che si vuole ottenere. Ringrazio fin da ora tutti gli autori dei libri di pasticceria che mi sono letta – eh si, si studia ancora sui libri a volte! – ma soprattutto il mitico Dario Bressanini, illuminante…se ancora non lo avete acquistate subito da qui “La scienza della pasticceria”…un capolavoro semplice, facile da capire e…utilissimo!

Meringa: quale scegliere?

 

MERINGA e MERINGHE: 

MA QUANTE SIETE?

Facciamo così, iniziamo col dire che la meringa è formata – in linea generale – da una quantità di albume più una quantità di zucchero che può variare ma è circa il doppio del peso dell’albume. Fin qui, tutto ok.

I vari tipi di meringa, che poi danno risultati diversi, si differenziano per due elementi: 

  • momento in cui inserisco lo zucchero
  • temperatura nella lavorazione (cioè prima di cuocerla!)

Prima di passare a vedere quali tipi ci sono, vi dico di tenere a mente questo: nessun attrezzo – frusta, fruste elettriche – con cui farete una meringa deve avere tracce di grasso…e nell’albume non ci devono essere assolutamente tracce di di tuorlo!!! Non sto a fare un pippone sul motivo, che ha a che fare con la capacità del grasso di interferire con l’incorporazione dell’aria nella meringa, ma ricordatevi di lavare molto bene gli utensili con il sapone  😉

 

MERINGA FRANCESE: OUI OUI! Detta ordinaria, spumiglia o ‘a freddo’.

MERINGA SVIZZERA: LA PARACULA Detta ‘a caldo’ (ma nemmneo più di tanto!)

MERINGA ITALIANA – LA PIù INCASINATA, OVVIAMENTE! (con zucchero cotto)

 

In tutte e tre le preparazioni i principio è sempre lo stesso: per l’albume, la parte acquosa serve a sciogliere lo zucchero (fa qui di da solvente) mentre la parte delle proteine dell’albume hanno tre funzioni principali: 

  • incorporare l’aria
  • dare stabilità
  • coagulazione e struttura (in cottura)

Lo zucchero invece – che è igroscopico e idrosolubile e quindi si scioglie in acqua ha l’importante ruolo – oltre che di dare dolcezza – di dare struttura dopo la cottura. Si usa sia lo zucchero a velo – che si scioglie prima, meglio ed è addizionato con amidi che aumentano la stabilità della meringa – sia quello classico, il semolato. 

Si possono in tutti e tre i tipi aggiungere acidi (es. succo di limone, cremor tartaro, acido acetico) perché aumentano la stabilità e danno anche un colore più bianco….NO NO E NO al pizzico di sale – ma questa è un’altra storia, per ora fidatevi!

 

SI MA COME SI FANNO? E CHE DIFFERENZA C’È?

Cerco di andare veloce e in modo schematico, vi dirò per ogni tipo come si realizza, per quali preparazioni è più utile e le cose da evitare assolutamente. Pronti? Partiamo con la francese, poi andiamo dalla paracula svizzera e infine quella di casa nostra

 

MERINGA FRANCESE 

Come si fa? A crudo, non si scalda nulla prima di cuocerla

A cosa serve: utile per dolci con masse montate, per le basi ‘biscotto’ (savoiardo, marquisa, dacquoise) oppure per decorazioni e spumoni da cuocere

Ricettina??? Ve lo devo dire, quanto odio quando sotto ai post mi chiedete la ‘ricettina’, come se fossero tutte cazzatine da fare per le quali non ho impiegato una giornata di lavoro intera nello studiarle, registrarle, montarle, scriverle…va beh mi sta partendo la polemica, lasciamo fare !😂 Torniamo a noi:

  • 100 g di albumi a temepratura ambiente
  • 200 g di zucchero * 
  • acido (1 g di cremor tartaro o poche gocce di succo di limone)

Iniziate a montare gli albumi da soli, quando fanno schiuma aggiungete la parte acida che ne stabilizza la struttura, poi si inserisce progressivamente a più riprese a pioggia lo zucchero, aumentando via via la velocità di lavorazione delle fruste. 

Cose da evitare: 

  • mai albumi freddi – incorporano fino al 40% in meno di aria
  • mai mettere subito lo zucchero
  • mai sbattere troppo la meringa – lavorate lentamente ma in modo costante
  • mai metter eil pizzico di sale – ma ve l’ho già detto
  • mai usare questa meringa a crudo – va sempre cotta, sennò si smonta o nella peggiore ipotesi vi prendete la salmonellosi 😂

Cottura: la cottura deve avvenire subito dopo la dressatura – eh?? che???  Vuol dire subito dopo aver dato la forma a ciò che si vuol cuocere, spumoni spuntoni, decorazioni, dischi di base etc… – altrimenti lo zucchero inizierà a ritirare fuori l’acqua che fuoriuscirà sotto forma di sciroppo in cottura.

Forno ventilato molto basso, dai 90 ai 110°C massimo, con tiraggio – vuol dire che dovete mettere un mestolo a contrasto tra la porta e la bocca del forno per far uscire l’umidità! – cottura a seconda della pezzatura dalle 2 alle 4 ore. Non vi basta? Troppo geneirco? va bene..

  • per pezzature piccole metti subito a 90° con tiraggio per almeno 1 ora, ma anche due ore se medi – tipo spumini
  • per pezzature medio grandi metti a 100-120° gradi con sportello chiuso, anche un’oretta o due, poi metti il tiraggio e abbassa a 90° per far uscire l’umidità, evitare che si ingialliscano e proseguire la cottura.

Cose consigliate:

*Lo zucchero, se vogliamo avere una struttura ben solida ma anche areata, è bene metterne metà semolato e metà zucchero a velo, per evitare i grumi del semolato che in grandi quantità fatica a sciogliersi. 

Esempio?

La ricetta che trovate qui della Torta meringata a modo mio è l’esempio perfetto di come si usa la meringa francese: qui la trovate sia come base per la marquise al cacao sia per i dischi e le decorazioni di spumini da cuocere.

 

 

MERINGA SVIZZERA

Detta anche meringa paracu…eh no, meringa a caldo 😂 il nome “paracula” gleil’ho dato io, perchè è un modo geniale e veloce di ottenere un risultato molto apprezzabile senza ammattire troppo!

Come si fa? Si scalda leggermente il composto di albumi e zucchero prima di montarla. 

A cosa serve? Essendo tendenzialmente più solide e densa delle altre è adatta per decorazioni cotte, pavlove superfici dolci da fiammeggiare – tipo lemon merengue pie, quindi senza cuocere la meringa – meringate e alcuni semifreddi.

Ricettina??? (Daje)

  • 100 g di albumi
  • 100 g di zucchero semolato
  • 100 g di zucchero a velo (oppure anche 130 semolato e 70 velo)
  • parte acida come prima

Questa meringa viene preparata tradizionalmente con un bagnomaria, dove si mettono albumi e zucchero*, si scalda per portare il composto a 60°C circa – in questo modo ingloberà più aria e si avvicinerà anche alla temperatura di pastorizzazione. In alternativa – ed è questa la vera comodità – mettete tutto in una ciotola di vetro, mescolate e scaldate al microonde in più volte, con scatti da 20 o 30 secondi, mescolando sempre e raggiungendo i 65-70° (sì, cvi ci vuole un termometro da cucina, sì potete comprare questo che vi consiglio!)

Raggiunti i 60-70 gradi circa, si mette in planetaria e si monta alla massima velocità sbattendo fino al raffreddamento (come lo capite? Mettendo le mani intorno alla ciotola lo dovete sentire della stessa temperatura dell’ambiente)

*A onor del vero nel bagnomaria ci andrebbe solo lo zucchero semolato, quello a velo andrebbe aggiunto dopo aver montato la meringa, una volta fredda, incorporandola con un leccapentole. La verità? Io butto tutto insieme nel microonde e viene benissimo (chiaramente c’è anche un motivo chimico ma lasciamo perdere per il momento)! Diciamo che se mettete tutto lo zucchero subito prima di scaldare diminuisce la probabilità che si coaguli l’albume e potete arrivare anche a 70°C avendo una meringa pastorizzata qualora la usaste senza cuocere.

Cose da evitare:

  • Mai lasciarla ancora calda, montatela fino a raffreddamento
  • Mai scaldarla senza mescolare, il muovere continuo il composto è fondamentale per non creare rumi di albume che si coagula

Cottura e le differenze:

  • Se viene cotta, le modalità sono naloghe a quella francrese
  • Se viene usata per essere fiammeggiata, il vantaggio è che è sicuramente più stabile della meringa francese, anche se non va decorata troppo tempo prima di servire – max 6 ore

Esempio?

Queste mini-pavlove al cioccolato sono state realizzate con la meringa svizzera, scaldando a microonde: facile, veloce e si inforna subito!

Pavlova al cioccolato

 

MERINGA ITALIANA, OVVERO COME COMPLICARSI LA VITA

(MA CON UN MOTIVO!)

Detta anche “cotta” o con “zucchero cotto” perchè realizzata con uno sciroppo di zucchero bollente che fa parzialmente coagulare e proteine dell’albume , cuocendo parzialmente e stablizzando la meringa, oltre che pastorizzando l’albume stesso.

A cosa serve? Si usa per lemon merengue pie tradizionali, base per semifreddi o per torte gelato, ma anche per le spumiglie o come base di impasto macaron.

Ricettina??? Qui si ride…

  • 100 g di albumi
  • 200 g di zucchero semolato
  • 50 ml di acqua

Questa meringa viene realizzata cuocendo 160 g dello zucchero previsto con l’acqua in un pentolino, fino al raggiungimento di 121°C – ci sarebbe tutta la spiegazione del perché e del per come vengono fuori questi 121 gradi ma questo è un pippone eliminabile e ve lo spiega benissimo Bressanini, comprate il librino che vi dicevo!

Quando arrivate a circa 115°C iniziate a montare gli albumi – si ci vuole per forza la planetaria! – aggiungendo i restanti 40 g di zucchero a pioggia nell’albume, poi unite a filo lo sciroppo arrivato a 121°C – e qui si ride perché va versato a filo ma senza le fruste al massimo altrimenti schizza tutto verso le pareti e si formano cristalli di zucchero grossi come chicchi di riso !😂 Si monta poi tutto fino a completo raffreddamento – ci vorrà quindi di èiù rispetto alla svizzera. 

Trucchetti:

  • per evitare che lo sciroppo schizzi lo possiamo versare nella meringa mescolando con frusta a mano per poi rimetterlo subito in planetaria a montare a massima velocità.
  • inoltre, se non possediamo un termometro da cucina, posiamo osservare lo sciroppo in cottura e capire quando è pronto. Inizialmente le bolle saranno grandi e poi si rimpiccioliranno via via all’aumentare della temperatura: quando il compisto sarà allo stadio della ‘piccola bolla’ sarà più o meno arrivato alla temperatura necessaria

Cose da evitare:

  • mai lasciare lo sciroppo troppo nel pentolino – si raffredda subito, va versato tempestivamente nella meringa
  • mai versare lo sciroppo sulle fruste in movimento
  • mai…stare senza termometro ma soprattutto senza planetaria! Prendetevi questa, che costa tanto ma dura una vita e una volta che l’avete non ne farete più a meno!

Quindi…perchè farla?

E’ la meringa più stabile di tutte, con il miglior rapporto tra struttura e aereazione, molto stabile e versatile…ma si deve avere un pochino di dimestichezza…

Cottura: 

Se usata per la cottura può seguire le stesse modalità delle altre, mentre se usata per base semifreddi usare subito appena fatta per incorporarla alla massa.

Esempio?

I macarons si fanno solo ed esclusivamente con questa meringa, qui la ricetta dei miei Macarons al pistacchio

 

Macarons al pistacchio

 

 

 

 

 

 

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Ravioli dolci di castagne, ricotta e cioccolato

Ravioli dolci di castagne, ricotta e cioccolato

Ravioli dolci di castagne, ricotta e cioccolato

La mia felicità per queste temperature è qualcosa di inesprimibile…e mi vanno bene anche le giornate piovose, che siano da impiegare in mille impegni di lavoro o di nullafacenza da fine settimana con divano e copertina.

Si sa, autunno chiama castagne, ho acquistato la prima farina di marroni della stagione con gli stampi da ravioli di Fackelmann mi sono messa a impastare questi scrigni profumati ripieni di golosa ricotta, con cioccolato e il sentore autunnale della scorza di arancia…che spettacolo! 

Ora ho già in mente di fare qualcosa anche in versione salata, intanto scegliete quale forma utilizzare e mettetevi all’opera!

 

 

Ravioli dolci di castagne, ricotta e cioccolato

 

RAVIOLI DOLCI DI CASTAGNE

CON RICOTTA E CIOCCOLATO

Preparazione: 45 minuti.   Cottura: 15 minuti.    Dosi: 12-15 ravioli

Per la pasta alla castagna:

  • 150 g di farina 00
  • 150 g di farina di castagne
  • 50 g di burro morbido a temperatura ambiente
  • 50 g di zucchero semolato
  • 2 uova grandi
  • 5 g di lievito per dolci

Per il ripieno:

  • 250 g di ricotta ben scolata
  • 60 g di zucchero semolato
  • Scorza di una arancia a buccia edibile
  • 50 g di gocce di cioccolato fondente

Per guarnire:

  • Q.b. zucchero a velo

Utensili: 

 

Iniziate a preparare la pasta per i ravioli dolci alle castagne, che dovrà riposare un po’.

Lavorate il burro con lo zucchero – in planetaria o con una spatola – po aggiungete le due uova: quando il composto sarà amalgamato, unite le due farine setacciate con il lievito per dolci.

Realizzate un panetto di impasto omogeneo, avvolgete con la pellicola alimentare e conservate in frigorifero.

In una boule inserite la ricotta ben scolata, lo zucchero, la scorza dell’arancia e lavorate con una forchetta o una frusta a mano. Aggiungete le gocce di cioccolato e lasciate in frigorifero.

Dividete in due il panetto di impasto, stendete le due metà con l’aiuto di un mattarello fino a ottenere due sfoglie spesse due millimetri.

 

Ravioli dolci di castagne, ricotta e cioccolato

 

19Con l’aiuto di due cucchiaini realizzate dei cumuli di farcitura di ricotta su una sfoglia, coprite con l’altra, fate aderire bene i due strati intorno alla farcia e coppate i ravioli dolci con gli stampi per ravioli.

Scaldate il forno a 180°C.

Adagiate i ravioli dolci su una teglia rivestita con apposita carta forno e cuocete circa 15-20 minuti.

Estraete dal forno, fate raffreddare bene e cospargete con dello zucchero a velo prima di servire.

 

Ravioli dolci di castagne, ricotta e cioccolato

I miei consigli: 

  • Potrete realizzare l’impasto anche la sera prima e conservarlo in frigorifero, oppure se volete sostituire la farina di castagne lavorate tutta farina 00 o aggiungete a 280 g di farina classica 20 g di cacao amaro. 
  • Per altre ricette con le castagne date un occhio qui!
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Pizzette di patate alla salvia

Avanzino di patate lesse?? Facci delle finte pizzette!!!

La mia metà mi cucina sempre delle patate lesse poi ripassate in padella con la salvia, per me micidialmente buone! 

Mi è venuto da lì lo spunto per farci la base di alcune pizzette, utilizzando un saporito pomodoro – Il Datterino de La Fiammante – qualche olivetta e la mia profumata salvia coltivata…sul balcone! 

Tutto – o quasi – nella vita può essere reso più allegro…a partire da delle tristi patate lesse!! Non convenite?

Pizzette di patate alla salvia

 

PIZZETTE DI PATATE 

CON OLIVE E SALVIA

Preparazione: 30 minuti    Cottura: 20 minuti.    Dosi: 12 pezzi

 

Ingredienti:

  • 1 barattolo di Il Datterino La Fiammante
  • 6 patate medie
  • 150 g di mozzarella
  • 50 g di olive verdi
  • 1 spicchio di aglio
  • 12 foglie di salvia
  • Olio evo
  • Sale
  • Pepe

 

Adagiare le patate in una pentola capiente, coprire completamente con l’acqua e cuocere a fiamma media finché le patate risulteranno ben morbide al centro.

Intanto, versate in una casseruola i pomodori datterini, schiacciateli con una forchetta e condite con olio, sale e lo spicchio di aglio. Aggiungete due terzi delle olive verdi tagliate a rondelle e cuocete a fiamma molto bassa, girando spesso, finché il sugo si sarà ben rappreso. Tenete da parte.

Quando le patate saranno cotte scolatele e lasciatele intiepidire qualche minuto, mentre preparate una teglia rivestita con apposita carta da forno. Tagliate anche le foglie di salvia a listarelle sottili.

Scaldate il forno a 200°C in modalità ventilata.

Rimuovete la buccia, dividetele a metà e adagiatele ben distanziate sulla teglia, con la parte del taglio rivolta verso il basso.

Con un batticarne o il fondo di un bicchiere, schiacciate le patate e date una forma tondeggiante aiutandovi con le mani, come fossero pizzette.

Condite con olio, sale, pepe e salvia. Infornate e cuocete 10-12 minuti, finché formeranno una leggera crosticina.

Estraete dal forno, condite con il pomodoro e la mozzarella e infornate nuovamente finché il formaggio sarà sciolto.

Sfornate, lasciate intiepidire un attimo e servite calde.

Pizzette di patate alla salvia

I miei consigli: 

  • Potete anche realizzare con le patate novelle, che sono piccole e dovrete schiacciarle singolarmente senza dividerle. 
  • Per me versione vegetale, ma potrete guarnirle con gli ingredienti che più vi piacciono!
  • Per altre ricette con pomodoro La Fiammante date un occhio qui!
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