Tag: frutta secca

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Granola salata per zuppe e insalate

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Aperitivo crema di formaggio e frutta secca

Aperitivo crema di formaggio e frutta secca

Aperitivo crema di formaggio e frutta secca

Aperitivo in 5 minuti? Eccolo qui…il VERO TRONCHETTO DELLA FELICITA’ 😋 

Lo avete mai provato? E’ da svenimento!

  • formaggio caprino (ma vi do delle varianti alternative)
  • mix di frutta secca e disidratata (nella ricetta altre 3 combo a seconda dei gusti)
  • servito con crostini croccanti per un aperitivo al volo

Saporito e goloso, con tanti contrasti di sapore…il filo di miele finale è una vera goduria! 

Aperitivo crema di formaggio e frutta secca

 

APERITIVO CREMA DI FORMAGGIO

E FRUTTA SECCA

Preparazione:  10 minuti             Dosi: 4 persone

Ingredienti:

  • 180-200g di formaggio caprino* (vd consigli)
  • 10 fili di erba cipollina
  • pepe nero
  • 30 g di cranberries (mirtilli rossi) disidratati**
  • 40 g di anacardi
  • 40 g di pistacchi sgusciati  
  • 1 cucchiaio di miele delicato (es. millefiori)
  • crostini di pane per servire

Iniziate lavando asciugando l’erba cipollina, rimuovete la parte finale più giallastra e tagliatela a coltello o con le forbici per sminuzzarla.

Inserite in una ciotola capiente il formaggio, il pepe nero macinato fresco e l’erba cipollina, lavorate con una forchetta per amalgamare poi adagiate l’impasto su un rettangolo di pellicola per alimenti: cercate di formare un piccolo filoncino corto e abbastanza ‘cicciuto’, stringete bene arrotolando a caramella le estremità della pellicola e lasciate in frigorifero a riposare.

Tritate la frutta secca indicata – guardate sotto nei consigli per altre varianti di abbinamenti – e mescolatela in un piattino. 

Scartate il filoncino di crema di formaggio e rullatelo nel mix di granelle, in modo da ricoprirlo interamente in modo uniforme su tutta la superficie.

Conservatelo in frigorifero fino al momento di servire: se il miele risultasse molto denso, scaldatelo qualche secondo appena nel microonde e versate a filo sul tronchetto di crema di formaggio, che accompagnerete con dei crostini croccanti.

 

I miei consigli:

  • * La punta acidula del caprino è perfetta per l’abbinamento con l’erba cipollina e il miele che ne bilanciano il sapore. Se però non l’avete o volete ammortizzare i sapori forti, potrete optare per metà caprino e metà robiola, oppure metà ricotta, purché sia di qualità e non troppo umida.
  • **Potete sostituire pari peso della frutta secca e disidratata con altre combinazioni: per esempio albicocche disidratate, noci e nocciole; oppure uvetta, mandorle e semi di zucca. Con i fichi secchi invece staranno benissimo noccioline e noci.
  • Per altre idee dedicate al momento dell’aperitivo date un occhio qui!
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Panfrutto del Trentino

Panfrutto del Trentino

Panfrutto del Trentino.

Che sia con farine antiche, più o meno integrali, con lievito di birra o a lievitazione mista, il concetto del panfrutto è questo: un lievitato che unisca la semplicità di un pane con la ricchezza della frutta secca. 

Lo si trova appunto sia in versioni molto molto rustiche e montanare, sia in versioni più ‘gentili’ come quella che vi propongo io: pochissimo lievito di birra, un profumo briochato e una valanga di frutta secca e disidratata!

E’ ottimo non solo a colazione, da solo o con un velo di confettura, ma anche come base per piatti salati: tostatelo, spalmateci sopra un formaggio forte come uno zòla o del caprino fresco di buona qualità e non mi smentirete!

Per me, albicocche disidratate, noci e fichi secchi Ventura, oltre all’intramontabile uvetta! Voi lo conoscete già?

Panfrutto del trentino

 

PANFRUTTO DEL TRENTINO

Preparazione: 30 minuti + tempi di riposo     Cottura: 45 minuti    Dosi: pane da 6 persone

 

Per il lievitino:

  • lievito di birra 7 g
  • acqua tiepida 15 g
  • farina 0 w260 25 g

Per l´impasto:

  • farina 0 350 g
  • acqua tiepida 160 g
  • zucchero 50 g
  • uvetta 35 g (ammollata in acqua tiepida)
  • scorza di un limone
  • scorza di un arancio
  • b. semi di vaniglia
  • tuorli 40 g (circa 2 tuorli medi)
  • sale 2 g
  • albicocche disidratate Ventura 35 g
  • fichi secchi Ventura 30 g
  • noci Ventura 25 g
  • burro morbido 50 g

 

Iniziate a preparare il panfrutto dal pre-impasto, ovvero detto ‘lievitino’: lavorate i tre ingredienti fino a ottenere un impasto di consistenza omogenea, copriamo con pellicola la ciotola e lasciamo a lievitare due ore in forno spento con la luce accesa. L’acqua dovrà essere tiepida, ovvero non più calda della temperatura corporea e l’impasto dovrà arrivare a raddoppio.

Tagliate a pezzi piccoli le albicocche disidratate e i fichi secchi, poi tritate grossolanamente le noci e tenete da parte.

Trascorsi i tempi di lievitazione riprendete il lievitino, inseritelo in planetaria insieme con acqua, farina, scorze di agrumi, zucchero e uova: azionate la planetaria con gancio da impasti, oppure procedete a mano, finché l’impasto risulterà omogeneo e incordato.

Unite il burro a pomata poco per volta, insieme con il sale, e continuate a impastare per incordare nuovamente, ottenendo un impasto liscio e omogeneo.

Unite la frutta disidratata in pezzi e le noci, inglobandole nell’impasto. Rovesciate l’impasto su un piano di lavoro leggermente infarinato e stendendo con le dita la massa date una piega a tre – ovvero piegate a portafoglio l’impasto – poi arrotondate con le mani e reinserite nella ciotola. Fate riposare coperto con pellicola alimentare circa un’ora, in forno spento con luce accesa.

Scaldate il forno a 180°, trasferite l’impasto su un piano di lavoro e pirlatelo, ovvero date forma tondeggiante roteando la massa sul tagliere e rimboccando la pasta verso la base. Adagiatela su una teglia rivestita con carta da forno e cuocete circa 45 minuti.

Panfrutto del trentino

 

Il consiglio in più:

  • Sfornate e fate freddare su una griglia: potrete servire sia con ingredienti salati – formaggio caprino, salumi, formaggi stagionati – che dolci, come creme o marmellate.
  • Per altri dolci tipici del periodo natalizio, date un occhio qua!

 

 

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Fa talmente caldo che non ci si riesce a muovere, ma anche restare immobili ci inchioda a un sudore incontrastato dall’assenza di un minimo di brezza.

E’ tipico nostro, decidere di fare qualcosa profondamente all’opposto di ciò che la situazione suggerirebbe: andiamo a pranzo fuori. In una di quelle trattorie dove nemmeno in inverno 

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