Taralli napoletani sugna e pepe

Taralli napoletani sugna e pepe

Paschqua chiama lo schtrutto, il burro te lo tieni per Natale!”.

Da quando @lapetitecasserole mi ha raccontato di questa sua collega napoletana che, in un ufficio di Montréal, l’ha redarguita con questa frase una volta saputo che voleva fare pastiera e casatiello con il burro, ci rido ancora.

Mi sembra che incarni perfettamente lo spirito napoletano, lo spirito delle feste, dove non si bada né a spese né a calorie, e se in un prodotto ci va lo strutto tu ce lo metti e

 zitta, altrimenti non lo fare proprio, che il burro è buono solo per fare o’ panettone! Ecco perché sul blog trovate il nome di questi taralli originale senza dissimulare uno dei tre protagonisti della ricetta: gli altri due sono le mandorle con la pelle e il pepe nero macinato fresco! 

Quindi si, questi taralli sono fatti con lo strutto (che non è esattamente la stessissima cosa della sugna, ma è il prodotto più simile che si trovi nella grande distribuzione) e quindi no, non li fate né col burro né con l’olio d’oliva: anche se Pasqua ormai è passata e questa ricetta arriva ora, la tradizione è la tradizione, dovete fidarvi e provare a farli. Non lo dico quasi mai delle mie ricette ma…questi sono buoni da piangere. 

TARALLI NAPOLETANI

SUGNA E PEPE 

Preparazione: 40 min     Cottura: 40 min. circa     Dosi: 15 taralli medio grandi

 

Per il pre-impasto:

  • 80 g di acqua tiepida (NON calda, appena intiepidita)
  • 5 g di lievito di birra
  • 100 g di farina 00 (io ho messo Manitoba)

Per il secondo impasto:

  • tutto il primo impasto
  • 400 g di farina 00  classica (no Manitoba)
  • 5 g di zucchero
  • 5 g di miele
  • 15 g di sale
  • 3-4 cucchiaini di pepe macinato (tranquilli, non è troppo)
  • 180 g di strutto
  • 140 g di mandorle con la pelle 
  • 100 g di acqua a temperatura ambiente

Per guarnire: 

  • 15 mandorle

 

Per i taralli sugna e pepe io inizio la sera del giorno precedente, perché è molto più comodo e veloce, ma anche perché per la qualità finale dell’impasto.

Nella ciotola dove impasterete – boule o planetaria – inserite gli ingredienti del pre-impasto, sciogliendo prima il lievito nell’acqua: mescolate il pastellino con un mestolo, coprite la ciotola con pellicola e lasciatela per una o due ore in forno spento con luce accesa.

Tritate le mandorle con la pelle in un mixer con le lame, procedendo a scatti progressivi per non scaldare troppo la frutta, e fermatevi quando otterrete una granella non troppo sottile.

Lavorate lo strutto con il sale e il pepe e tenete da parte.

Estraete la ciotola dal forno, inserite tutti i restanti ingredienti del secondo impasto, compresa la pomata a base di strutto, e iniziate a lavorare – a mano o con il gancio della planetaria: impastate lentamente finché risulterà incordato. Coprite con pellicola alimentare e mantenete in frigorifero tutta la notte.

Il mattino successivo immergete le 15 mandorle nell’acqua e tenete da parte.

Estraete l’impasto dal frigorifero, sgonfiatelo e ricavate tanti pezzetti da 30-35 g ciascuno, allungateli rullando l’impasto sul piano di lavoro formando dei filoncini lunghi circa 30-35 cm, accoppiateli a due a due e arrotolateli l’uno con l’altro, chiudendo le estremità della treccia una sull’altra, con una leggera pressione e coprendo con una mandorla bagnata. Riponete su una teglia rivestita con carta forno e fate riposare in forno spento circa due ore. Non noterete un aumento di volume, dunque non preoccupatevi.

Togliete la teglia dal forno, riscaldatelo a 175-180° e cuocete circa 40-50 minuti (leggete i consigli per quanto riguarda la cottura). Sfornate, fate freddare completamente su una griglia poi riponeteli in una scatola di latta per conservarli al meglio.

I miei consigli:

  • Come dico sempre ogni forno ha le proprie caratteristiche, quindi tempi e temperature di cottura delle ricette – quelle serie, intendo – sono sempre da prendere solo come riferimento, da adattare al proprio strumento. Il mio forno tende a “spingere” in cottura, per cui se devo impostare 180° mi terrò sui 170-175°. Per i tempi, di conseguenza, preferisco allungarli un po’ ed evitare di bruciare i taralli, piuttosto che il contrario. Se invece il vostro forno è di cottura delicata, potete aumentare di qualche grado e regolarvi di conseguenza con i tempi.
  • Immergere le mandorle di decorazione in acqua servirà per ammorbidirle e proteggerla in parte da un’eccessiva brunitura in cottura: in ogni caso, se vedete che scuriscono troppo anche insieme alla superficie dei taralli, poggiate un foglio di alluminio sulla superficie e proseguite con la cottura.

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